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Scheda critica del film:

  

L’ultimo viaggio

(Leanders letzte Reise)

 

 

Il Regista

Nick Baker Monteys, nato a Berlino nel 1964, è cresciuto in Svezia, Inghilterra e Kenya, ha studiato in Scozia e viaggiato in Asia e Africa. È regista e sceneggiatore. Il suo debutto “Der Mann, Der Über Autos Sprang” racconta la storia di un uomo, interpretato da Robert Stadlober, che viaggia attraverso la Germania credendo di poter guarire il padre di un amico defunto. Il film è arrivato al cinema nel 2011 e ha vinto molti premi, tra cui il Premio per la Miglior Sceneggiatura al Max Ophüls Saarbrücken Film Festival e il Premio come Miglior Film all'International Film Festival di Aubagne.
Baker Monteys è anche docente all'Accademia Tedesca di Cinema e Televisione di Berlino (DFFB) e membro dell'Associazione federale dei registi (BVR)

Note del Regista NICK BAKER MONTEYS
L’Ultimo viaggio non è la storia del viaggio di un eroe ma piuttosto quello di un antieroe. Del resto,come potrebbe essere altrimenti
quando il protagonista è un ex ufficiale della Wehrmacht?
Eduard Leander è uno degli ultimi della sua specie, è parte di una generazione che si sta estinguendo.
Insieme alla nipote Adele inizia il viaggio della vita, alla ricerca del suo grande amore. Ma la storia del passato di Eduard, durante il viaggio attraverso l’ Ucraina, si trasforma e diventa la storia del futuro di Adele.
Il punto non è riaprire vecchie ferite, ma riconoscere e capire il significato della Seconda Guerra Mondiale per la generazione di oggi. Come conviviamo con il passato tedesco? Non ha significato per noi perché non vi abbiamo preso parte, o in realtà il passato ci influenza più di quanto pensiamo?
(dal pressbook)

Chi siamo ?
Il viaggio che compiranno Adele e Eduard, accompagnati da Lew (Tambet Tuisk), un ragazzo dalle origini russe ma cresciuto in Ucraina, è un vero e proprio tuffo nel passato, alla ricerca di un’amore perduto in gioventù, dopo la fine della guerra. Tutti i personaggi sono alla ricerca di un’identità che possa riempire quel conflitto interiore che li deteriora e li rende scontrosi e incapaci di approcciarsi gli uni agli altri; il passato per Eduard vuole rappresentare una condanna ma anche una speranza per ritrovare un’integrità personale mentre per Adele e Lew è un gigante misterioso che rischia di imprigionarli nei ricordi, colpevoli dei crimini dei loro predecessori. Durante la guerra Eduard era il comandante del secondo Squadrone di Cavalleria Cosacca, alleato dei tedeschi, che una volta catturato aveva trascorso sette anni in un Gulag. Prima della deportazione era stato separato da una cosacca, Svetlana, che amava profondamente e che attraverso questo viaggio spera di ritrovare. ….
(Damiano Salvatore Antonini, Spettacolo.eu)

Un antieroe
L’ultimo viaggio non ha i caratteri epici e avventurosi dell’eroe ma piuttosto quelli densi e nostalgici di un antieroe, costretto a convivere con le sue colpe in rotta per un viaggio di redenzione per l’anima di tutta la sua famiglia, attraverso un amore puro, innocente e sincero, lontano dalla violenza e dal dolore della realtà. L’amore di Eduard si preannuncia già dalla sua scoperta come un’utopia indefinita a cui il protagonista si aggrappa per non perdersi nelle colpe e i rimorsi del passato. Il suo viaggio quindi si prospetta come un road-movie intenso e articolato dove passato e presente si intrecciano lungo il percorso della memoria, per scoprire realtà dolorose agli anziani e sconosciute ai giovani.
(Damiano Salvatore Antonini, Spettacolo.eu)

Un confronto tra generazioni
Uno dei temi centrali del film di Baker Monteys è la faticosa emancipazione che le nuove generazioni dell’Europa delle grandi dittature devono affrontare per costruire la propria identità. In Germania, così come in Ucraina, Russia e – non dimentichiamolo – Italia, molto più spesso di quanto si creda ci si ritrova ad avere a che fare con un passato ingombrante, che racconta di uno dei periodi più cruenti della storia dell’umanità. E non tutti abbiamo nonni partigiani.
Il senso di divisione tra l’affetto familiare e l’orrore del Fascismo è lacerante nel personaggio della protagonista Adele, che scopre chilometro dopo chilometro la vera storia di suo nonno, fino ad allora poco più che sconosciuto. Allo stesso modo, Eduard restituisce al pubblico il volto umano e sofferente dei carnefici, mostrando un personaggio dalla fragilità spiazzante. Abituati a una filmografia che separa nettamente i cattivi dai buoni, gli assassini dalle vittime, L’ultimo viaggio turberà gli spettatori, riuscendo a creare estrema empatia con l’essere umano in quanto tale, al netto del passato e della colpa.
(Francesca Romana Torre, Cinematographe.it)

Un presente conflittuale
Quello che però sposta ulteriormente il tiro in favore del film è l'immersione in un presente che non ha smesso di essere conflittuale, rappresentato dal personaggio del giovane Lew. Sono i giorni della rivolta di piazza Maidan e a Kiev ogni singolo nucleo familiare è attraversato da tensioni. Lew ha genitori russi e si sente russo ma è cresciuto in Ucraina e si sente anche ucraino. Quale collocazione può pensare di trovare in un conflitto che mette gli uni contro gli altri gli ultranazionalisti e i filorussi? Baker Monteys trova così l'occasione per farci riflettere su presente e passato non trascurando i sentimenti e ricordandoci, grazie alla inizialmente riluttante Adele, che lasciarsi vivere fingendo che attorno a noi non stia accadendo nulla significa rimanere immobili e vuoti rinunciando a conoscere e a capire.
(Giancarlo Zappoli, Mymovies.it)

scheda tecnica a cura di Paolo Filauro

 



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