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Scheda critica del film:

  

The Teacher

Una lezione da non dimenticare

Il Regista
Il regista Jan Hřebejk è nato a Praga nel 1967. Lì ha frequentato le scuole superiori insieme al suo collaboratore cinematografico e sceneggiatore Petr Jarchovský. Lì ha studiato drammaturgia alla prestigiosa FAMU negli anni 1987-1991. Già durante gli studi si è distinto come regista di cortometraggi autoprodotti che hanno vinto premi in numerosi festival, così come il suo primo lungometraggio realizzato per la televisione ceca. La sua carriera come regista riconosciuto e rispettato è decollata con il film musicale Big Beat (1993), ambientato negli anni ’50 e adattato da Petr Jarchovský da una novella di Petr Sabach. A seguire, tra gli altri successi, si ricorda Cosy Dens, una commedia di grande popolarità che ritraeva la generazione degli anni ’60.
Il suo film successivo, Divided we fall, è la storia di una coppia che nascondeva un ricercato ebreo durante la seconda guerra mondiale. Il film è stato candidato all’Oscar come Miglior Film Straniero nel 2001.
Jan Hřebejk è uno dei più prolifici registi cechi e uno di quelli di maggior successo. Vincitore di premi importanti in numerosi festival nternazionali, ha diretto lungometraggi, TV shows, video musicali e spot commerciali. Ucitelka/The Teacher è stato presentato in competizione ufficiale nel
2016 al Festival di Karlovy Vary, dove ha ottenuto il Premio Miglior Attrice per la splendida interpretazione di Zuzana Mauréry.

Appunti sul film (dal pressbook)
“A ognuno di noi è capitato, sia da adulti, sia da bambini, di avere la sensazione che ciò che ci arreca beneficio sia in realtà una cosa sbagliata da farsi. O viceversa: che seguire la propria coscienza, il proprio codice morale, possa invece farci incontrare difficoltà e, addirittura, procurarci dei problemi. Questo è il motivo per cui questa storia può essere
compresa da tutti”. Sono le parole del regista Jan Hřebejk.
La storia personale di Petr Jarchovský raccontata in The Teacher richiama le atmosfere, i toni e i temi del film precedente dei due autori: Divisi si perde (Divided we fall, Candidato Oscar nel 2001). “Come Divisi si perde non parlava solo del Nazismo e dell’Olocausto, così The Teacher non è un film sul Comunismo, né un film sul bullismo.
Ciò che a noi interessa è la paura, l’opportunismo, la dignità umana” aggiunge Hřebejk.
“La lotta contro un’insegnante che abusa della propria posizione evoca dilemmi morali specifici del periodo storico, ma al contempo universalmente umani. Il punto di partenzaè una storia vera, sopravvissuta nei racconti mitologici della mia famiglia per la sua
particolare intensità. Per molti anni è stata citata, raccontata e ricordata in varie occasioni. Gli eventi relativi all’incontro clandestino dei genitori mi hanno ispirato a scrivere questa specifica variazione del dramma giudiziario”, racconta lo sceneggiatore Petr Jarchovský.
Per rendere la storia il più plausibile possibile, e senza tempo, gli autori hanno dotato l’insegnante di molta più sofisticatezza, intelligenza e sex-appeal rispetto alla sua controparte reale.
“Ciò che ho amato della sceneggiatura e del mio personaggio è che non mi era chiaro se ci trovassimo in una commedia o un dramma. Ho provato a collocare la figura dell'insegnante tra i due estremi e non mi è risultato nemmeno difficile, poiché il personaggio era scritto davvero bene” ricorda l’attrice protagonista Zuzana Mauréry. TheTeacher è stato girato a Bratislava, nella capitale della Slovacchia, e gli autori sostengono che l’energia della crew slovacca e ceca ha contribuito in modo decisivo a infondere nel progetto impulsi nuovi e importanti.

Controllati e controllori
Chi controlla i controllori? Chi vigila su coloro che esercitano il potere? Calza a pennello al film The Teacher di Jan Hřebejk l'interrogativo ricorrente del fumetto-romanzo Watchmen di Alan Moore. Il regista ceco solleva una questione morale di pressante attualità mettendo in scena una scolaresca quale microcosmo di un intero sistema sociale qui a denuncia degli eccessi del regime comunista ma, più genericamente, sulla corruzione delle persone di potere tout court….Ambientato nel 1983 alla periferia di Bratislava, il film è ispirato a una storia vera e si libra tra la commedia nera e il film d'inchiesta, con una conclusione che ammicca ai finali del genere horror.
Una metafora significativa e palese dei comportamenti umani, basata per lo più sul determinismo acquisito attraverso l'educazione, tanto è vero che i figli più ribelli sono proprio quelli dei genitori che rifiutano di adeguarsi ai dettami della professoressa. Il regista segue con una macchina a mano di impronta documentaristica gli adulti che si schierano a favore o contro l'insegnante ma, nel profluvio verbale di accuse e difese, sembra planare nel film giudiziario ed è implicito il riferimento cinefilo a La parola ai giurati di Sidney Lumet. In questo film di Hřebejk tutto l'intreccio è costruito per spiazzare le attese dello spettatore e fargli attraversare diversi generi e stili cinematografici nell'attesa di un verdetto non così scontato.
(Tina Porcelli, Cineforum 568)

Solo il ritratto di un sistema politico ?
Chi rappresenta il Potere (scolastico ed extra scolastico) non ha più bisogno di imporre brutalmente il proprio volere e la soddisfazione delle proprie esigenze. Può farlo blandendo, facendo passare le richieste sotto la veste dell'aiuto a chi ha davvero bisogno, fingendo comprensione per chi si sottrae ma intervenendo poi con una vendetta servita a freddo. Dall'altro lato (e in montaggio alternato) abbiamo la riunione dei genitori da cui emergono non solo le ipocrisie o le richieste di giustizia ma anche (e soprattutto) il ritratto di un sistema politico che si proclama egualitario ma che in realtà ripropone le stratificazioni sociali del capitalismo esercitando su di esse uno stretto controllo. Al regista e allo sceneggiatore però interessa andare oltre alla stigmatizzazione del socialismo reale. Si chiedono cioè se quel tipo di assoggettamento 'volontario' ai voleri del Potere sia appartenuto solo a un passato e a regimi ormai superati dalla Storia o sia invece universale. Si esce dal film con questa domanda che ci chiede una risposta non manichea.
(Giancarlo Zappoli, myMovies)

scheda tecnica a cura di Paolo Filauro

 



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