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Scheda critica del film:

  

A casa nostra

(Chez nous)

Il regista

Attore e regista belga, Lucas Belvaux si è imposto come autore nel 2002con la trilogia Una coppia perfetta(una commedia), Rincorsa (un thriller) e Dopo la vita(un melodramma). Tra i film più recenti ricordiamo 38 testimoni (2012), che solo apparentemente risulta un film poliziesco, la commedia leggera Sarà il mio tipo? (2014) e A casa nostra (2017). I suoi film hanno ottenuto nomination e premi, in particolare per la sceneggiatura.

 

 

La protagonista
Piuttosto nota è l’attrice che nel film impersona Pauline: Émilie Dequenne. Nata in Belgio nel 1981, è stata scoperta giovanissima dai fratelli Dardenne, che l’hanno chiamata a interpretare la parte principale nel film Rosetta (1999). Per questa interpretazione ha ottenuto la Palma d’oro al Festival di Cannes. Negli anni successivi ha recitato in molti film: tra i tanti titoli ricordiamo l’horror francese Il patto dei lupi (2001), la coproduzione internazionale Il Ponte di San Luis Rey (2004) e il drammatico The girl on the train (2009).  Con Sarà il mio tipo? ha iniziato una proficua collaborazione con Lucas Belvaux.

Nota del regista
A Casa Nostra  è un film politicamente impegnato. Non è, ad ogni modo, un  film  militante, e  non  espone  davvero  nessuna  teoria.  Ho tentato di descrivere una situazione, un partito, una formazione sciolta, e decifrare il suo discorso, comprendere il suo impatto, la sua efficacia e potere di seduzione. Di mostrare la graduale rottura del superego che questo  provoca,  liberando  un  tipo  di  linguaggio  fino  a  quel  momento impronunciabile. Esponendo la confusione che mantiene, le paure che istiga e trasforma in strumento politico. Il film non è e non dovrebbe essere rivolto primariamente alle persone che  sono  già  mobilitate,  e  che  sanno  che  cosa  vuole  dire  davvero l’estrema destra. Tutti potrebbero sapere cosa descrive, ma le persone oggigiorno  ottengono  le  loro  informazioni  da  media  guidati  più  dallo  spettacolare  e  dall’emozionante  che  dall’analisi  e  dalla  riflessione.  Ho  cercato  di  evitare  di  riservarlo  agli  informati,  ma  di  mettermi  in  contatto con tutti, “da persona a persona”, in un certo senso. Di mettere in scena, piuttosto che dimostrare. Di sorreggere uno specchio, senza distorsione,  perché  sebbene  gli  specchi  riflettano,  possono  anche  far  riflettere quelli che li guardano. Gli specchi rivelano anche ciò che c’è dietro di noi, ci pongono in un ambiente, nel mondo, oggettivamente. Allo stesso tempo, ci mettono in prospettiva e di fronte a noi stessi.
 (A Casa Nostra, pressbook del film)

La critica
Commentando il film, il critico di un giornale francese ha citato la "banalità del male"; e la formula di Hannah Arendt è perfetta per descrivere la via scelta dal regista Lucas Belvaux (che non è francese, ma belga) e dal co-sceneggiatore (dal suo libro Le Bloc) Jérome Leroy. Il partito, infatti, non usa parole d'ordine piene di clamore e di furia, ma piuttosto una strategia di seduzione che ammanta di normalità e rispettabilità le idee razziste e xenofobe, per capitalizzare in modo soft i disagi degli outsider sociali e culturali. Quelli che si sentono esclusi dai processi di globalizzazione e gentrificazione e cercano soluzioni semplici – semplicistiche – ai loro problemi. Perfino il personaggio di Stanko, l'interesse sentimentale di Pauline, occulta la sua anima nera sotto un velo di amabilità che conquista la fiducia della donna e dei suoi figli. Uscito in Francia a febbraio, A casa nostra ha suscitato le proteste del segretario generale del Front National, che lo accusava di essere un film di propaganda con lo scopo d'influire sulle elezioni presidenziali francesi in corso proprio in questi giorni. E sarebbe difficile negare che Agnès Dorgelle, la bionda leader del “Rassemblement national populaire”, sia anche su piano della somiglianza fisica la controfigura cinematografica di Marine Le Pen”.
(Roberto Nepoti, in “La Repubblica”, 25 aprile 2017).

A casa nostra è, per certi versi, un instant movie con un chiaro obiettivo politico-elettorale. E’ però, allo stesso tempo, un film che prosegue una linea di riflessione sulle trasformazioni della società sviluppata da Belvaux già in altri lavori precedenti. In particolare, lo si può considerare come la naturale prosecuzione della rappresentazione della società che si trovava in La raison du plus faible e in Rapt. In entrambi, Belvaux si confrontava con i meccanismi del polar ma utilizzava gli eventi ‘straordinari’ raccontati (un hold-up nel primo, un rapimento nel secondo, per illuminare un contesto politico e sociale. Nel primo caso, la perdita di centralità e identità della classe operaia, il venir meno dei legami che la tenevano unita e che davano senso alle sue rivendicazioni. Nel secondo, l’irresponsabilità di una classe dirigente fondamentalmente distaccata dalle esigenze e dai bisogni della gente comune (il protagonista era un capitano d’industria, ma l’allusione era chiaramente rivolta a un’intera élite, economica e politica). Quello che viene raccontato in A casa nostra – il successo del Front national (o Bloc patriotique, come viene qui chiamato) – appare dunque come l’inevitabile conseguenza degli scenari che si intravedevano dietro le trame ‘di genere’ dei due film citati (…) Fondamentalmente il film si fonda su uno schema narrativo simil a quello di Mr. Smith va a Washington. Anche Pauline è una cittadina qualsiasi, come Mr. Smith. Anche lei si lascia manovrare dai politicanti, che riempendosi la bocca di riferimenti alla democrazia, la tradiscono per perseguire interessi poco chiari e puliti. Pauline non è però il boy scout di Frank Capra: dovrebbe invece essere una donna con la testa sulle spalle e con molto senso pratico. Non è quindi credibile che si lasci abbindolare in questo modo e che scopra solo dai commenti alla radio di essere un burattino e di non essere stata nemmeno interpellata sul suo programma elettorale. In tal modo viene caratterizzata da un’ingenuità fuori misura che fa perdere di plausibilità al personaggio”.
(Rinaldo Vignati, in “Cineforum”, giugno 2017)

scheda tecnica a cura di Guido levi

 



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