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Scheda critica del film:

  

Ammore e malavita

 

I Registi

Fratelli nella vita, Marco ((Roma, 15 gennaio 1968) e Antonio Manetti (Roma, 16 settembre 1970) formano il sodalizio cinematografico dei Manetti bros.Entrambi registi e sceneggiatori, debuttano nel 1995 con Consegna a domicilio episodio del film DeGenerazione. . Nel 2000 esce nelle sale cinematografiche Zora la vampira (con Carlo Verdone e Micaela Ramazzotti), al quale seguono, tra gli altri, Piano 17 (con Giampaolo Morelli), Paura 3D (con Francesca Cuttica e Peppe Servillo)e  L’arrivo di Wang (con Francesca Cuttica ed Ennio Fantastichini). Ma è nel 2013 con il filmSong ‘e Napule (con Alessandro Roja, Giampaolo Morelli e Serena Rossi) che ricevono il consenso unanime della critica e del pubblico.
Impegnati anche nella regia televisiva, i due fratelli dirigono, tra le altre, la serie cult
L’ispettore Coliandro..
Attivi anche nella produzione destinata al web, hanno diretto oltre cento videoclip per alcuni dei volti più noti della musica italiana.

NOTE DI REGIA
Quando facciamo un film ci buttiamo come fosse un salto ad occhi bendati. Senza pensare a quello che abbiamo fatto prima né alle conseguenze. Scegliamo una storia  con l’istinto e ci saltiamo dentro. Spesso l’istinto ci porta in strade poco percorse, senza tracce da seguire, e quindi non ci resta che lavorare con la fantasia.
Questa incoscienza è stato il motore che ci ha portato fino ad “Ammore e malavita”.
Se un killer della camorra deve uccidere  una donna e riconosce in lei l'amore della sua adolescenza parliamo d’amore o di malavita ? Ecco siamo partiti di qui e poi la storia ci è venuta dietro, quasi da sola.
Le canzoni accompagnano i momenti fondamentali ed emotivamente più forti della storia: si canta quando due personaggi stanno per baciarsi, ma anche durante una sparatoria. Il musical ci ha permesso di andare sopra le righe affrontando temi profondi ed importanti , come l'amore e la morte, mantenendo un tono leggero e spettacolare.
Non puntiamo al realismo, ma alla verosimiglianza. Per credere in quello che raccontiamo ci piace prendere dei personaggi veri, che abbiamo incontrato nella vita reale, per incastonarli nella cornice fantasiosa di una storia esagerata. La città di Napoli è stata la nostra ispirazione e una personale rivisitazione della sua forma artistica più densa e popolare, la sceneggiata, il risultato. Però, sia chiaro, il messaggio del film non è: “a Napoli succede questo”.
Quello che succede, succede solo nella nostra storia. La nostra Napoli non è solamente la città cupa e disperata che si racconta ultimamente al cinema o in tv, ma anche una Napoli che, malgrado tutti i problemi, stimola con il suo fermento culturale e ispira con la sua c
arica di umanità. Ogni volta che ci torniamo ci è inevitabile sorridere. Quale che sia il nostro stato d'animo. Un potere ineguagliabile.
Manetti bros

Film d’amore
Sarebbe davvero un peccato fermarsi alla parodia. È vero, in Ammore e malavita si ride, si ride tanto, e si ride anche del trattamento gigione e parodistico di alcuni cliché tipici del genere. A ben guardare però, è solo il punto di partenza. Il nuovo dei Manetti Bros. infatti è prima di tutto un film d’amore. C’è l’amore ritrovato che lega Fatima a Ciro, l’amore criminale di Donna Maria e Don Vincenzo, e soprattutto c’è l’amore trascinante dei due fratelli romani per il cinema di genere….
In Ammore e malavita c’è però anche una forma d’amore che non trapelava nel precedente Song’e Napule (ancora un film che nella figura del cantante Lollo Love professava il dominio della passione sulla ragione e sull’esperienza), che del primo è sia il seguito spirituale che un ideale controcampo: è l’amore per l’America, per il prodotto e per la forma hollywoodiani, abilmente diluito  in una miscela più ampia che finisce per celebrare tutto ciò che concerne il cinema (e non solo) popolare.
(Marco Catenacci, Spietati)

Sceneggiata napoletana
Siamo di fronte alla classica sceneggiato napoletana, con tradimenti e malavita. E ovviamente con le canzoni, aggiunte negli anni 20 del Novecento ai classici spettacoli teatrali per aggirare le tasse del Governo italiano, creando appunto la sceneggiata, spettacolo ibrido impossibile da classificare. Questa volta non abbiamo più a che fare con il grande immaginario americano dei musical degli anni 50 di La la land, ma con una raffinata operazione di miscuglio diretta magistralmente dai Manetti Bros. Un vero e proprio “pasticcio” di rimandi e stratificazioni, elementi di cinema e di fiction, tendenze popolari della tradizione da cui esplodono i più svariati elementi del musical moderno. E tutto è calibrato, niente è fuori posto, ogni personaggio è delizioso e rassicurante nel suo essere stereotipo. Più ci si pensa, più sembra di avere a che fare con un cocktail esilarante, mischiato con abilità, in cui si riconoscono i singoli ingredienti ma si gode appieno dell’insieme.
(Alice Catucci, Sentieri Selvaggi)

Musical
Flusso di coscienza magmatico, Ammore e malavita mette la sceneggiata in musical e reintroduce il cinema napoletano nel circuito nazionale. Esotismo di se stesso ieri, il film-sceneggiata allarga la sua azione a temi e mercati più vasti scartando la solitudine e l'emarginazione. In quella città aperta e organica, dove la vita non esiste senza la sua rappresentazione e la rappresentazione non esiste senza la vita, i Manetti pescano la maniera singolare in cui lingua e corpo giocano assieme. Materia benedetta che osservano instancabilmente per apprendere il proprio mestiere.
Ma Ammore e malavita non è un tributo archeologico alla sceneggiata, la cui popolarità è direttamente proporzionale alle lacrime versate. Marco e Antonio Manetti, prestanti già nel nome che li chiama, rovesciano energicamente il sadismo sentimentale del genere, quella maniera di porsi di fronte alla realtà, tragico e rassegnato. Ciro, o'ninja, si è formato alla scuola di donna Maria, cinefila onnivora che gli ha fornito con le visioni del cinema americano, la competenza pratica di un duro a morire. E Ciro non muore, rigenerando coi suoi autori l'immaginario e speculando (musicalmente e filosoficamente) sull'immaginario 'inguaribile' di "Gomorra" (libro, film, serie tv) nella trascinante pop robbery di Scampia.
(Marzia Gandolfi, myMovies)

Mescolanza di immaginari
Ecco, i Manetti Bros. dimostrano una volta di più, forse ancora meglio che in passato, la propria abilità nel saper attingere a piene mani da più immaginari (cinematografici, televisivi, musicali, letterari) per creare una mescolanza trascinante e divertente, soprattutto originale, in grado di stagliarsi su un’intera cinematografia, quella nostrana, troppo spesso paludata e bloccata da paletti ormai vetusti.
 (Valerio Sammarco, cinematografo.it)

scheda tecnica a cura di Paolo Filauro

 



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